La filosofia occulta è la magia, considerata «la vera scienza, la filosofia più elevata e perfetta, in una parola la perfezione e il compimento di tutte le scienze naturali». L'autore descrive l'esistenza di tre mondi: l'Elementare, il Celeste e l'Intellettuale, a cui corrispondono tre scienze, la Fisica o la Magia naturale che indaga l'essenza delle cose terrene, la Matematica o Magia celeste, che studia il moto degli astri e la Teologia, che si occupa di Dio e della religione, nonché del demonio, di riti, feste e misteri. L'espressione filosofia occulta vuole infatti sottolineare la sua natura di scienza, poiché filosofia è scienza delle cose materiali e spirituali, ma anche il fatto che, in quanto occulta, essa è riservata a pochi.
Gli elementi che costituiscono i corpi terreni sono quattro: acqua, aria, terra e fuoco. Ciascuno di essi sta in opposizione al suo contrario. Richiamandosi alla filosofia platonica, Agrippa descrive sei ulteriori proprietà dei corpi: chiarezza, rarefazione e movimento, oscurità, densità e immobilità.. Tali qualità sono presenti in grado diverso nei quattro elementi e «chiunque conoscerà le proprietà degli elementi e le loro mescolanze, potrà agevolmente operare prodigi ed eccellere nella Magia naturale» Agrippa distingue gli elementi in tre ordini, al primo appartengono gli elementi puri e incorruttibili, al secondo elementi impuri e, al terzo che è anche il più misterioso, è formato dagli elementi dissimili che mutano continuamente l'uno nell'altro: «attraverso di essi si possono operare meraviglie in tutte le cose naturali, celesti e sovracelesti, nonché tanto nella Magia naturale che in quella celeste si perviene a conoscere e a predire l'avvenire e da essi discende lo sterminio dei cattivi demoni e la conciliazione con gli spiriti buoni»Non solo gli elementi hanno un certo potere, ma anche gli oggetti, poteri che noi diciamo occulti dal momento che non ne conosciamo le cause nè lo spirito umano non può comprenderle. I poteri occulti derivano dalle idee, platonicamente intese come forme pure ed eterne, che vengono infuse nelle cose dall’Anima del Mondo: «tutte le qualità occulte si diffondono sulle erbe, sulle pietre, sui metalli e sugli animali attraverso il sole, la luna, i pianeti e le stelle che sono superiori ai pianeti. E tale spirito ci sarà tanto più utile, quanto più sapremo separarlo dagli altri elementi e quanto meglio sapremo servirci delle cose in cui sarà penetrato più abbondantemente».
Già nei primi due capitoli del I libro dell'opera, intitolato La magia naturale, Agrippa stabilisce l'intento dell'opera: premesso che esistono tre mondi, l"Elementare"', il '"Celeste"'e l"Intellettuale"', investigati rispettivamente da tre scienze, la Fisica o Magia naturale - che svela l'essenza delle cose terrene - la Matematica o Magia celeste - che fa comprendere il moto dei corpi celesti - e la Teologia o Magia cerimoniale - che fa comprendere «Dio, la mente, gli angeli, le intelligenze, i demoni, l'anima, il pensiero, la religione, i sacramenti, le cerimonie, i templi, le feste e i misteri [ ... ]La Magia racchiude queste tre scienze traducendole in atto. Essa è «la vera scienza, la filosofia più elevata e perfetta [ ... ] il compimento di tutte le scienze naturali»: essa è dunque la scienza integrale della natura, tanto fisica che metafisica, e l'espressione equivalente di «Filosofia occulta» indica tanto la sua natura di scienza - la filosofia è la scienza di tutte le cose, materiali e spirituali - quanto il fatto che tale scienza è riservata a pochi, è sapienza esoterica ma può essere appresa: «Coloro che vorranno dedicarsi allo studio della Magia, dovranno conoscere a fondo la Fisica, che rivela la proprietà delle cose e le loro virtù occulte; dovranno essere dotti in Matematica, per scrutare gli aspetti e le immagini degli astri, da cui traggono origine le proprietà e le virtù delle cose più elevate; e infine dovranno intendere bene la Teologia, che dà la conoscenza delle sostanze immateriali che governano tutte queste cose. Perché non vi può essere alcuna opera perfetta di Magia, e neppure di vera Magia, che non racchiuda queste tre facoltà» (De occulta philosophia, I, 2.)
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