Villa Capriglio: la casa maledetta
Nei pressi di Torino, lungo la strada che congiunge Chieri a Pino Torinese, c’è un edificio ora abbandonato ma molto conosciuto per la sua storia di ospiti regali e per le feste sfarzose che per oltre un secolo attiravano tutta la nobiltà del nord Italia. Oggi è conosciuta come Villa Capriglio.La sua storia inizia nel 1706, quando gli allora proprietari del terreno, i Marchisio, iniziarono la costruzione di “Vigna Marchisio”, con tanto di palazzo da sfruttare residenza di campagna dove ospitare tutta la grande nobiltà del torinese. Purtroppo i lavori andarono a rilento e gli stessi proprietari con il passare degli anni persero interesse nel suo utilizzo, così nel 1746 (era ancora da completare, fu terminata nel 1761) vendettero l’intera proprietà a Giovanni Paolo Melina di Capriglio, che le diede il nome che ha mantenuto fino ad oggi.
La leggenda racconta che quando era ancora Vigna Marchisio qui si recava segretamente Vittorio Amedeo II di Savoia per incontrarsi con la sua amante e nel 1773 la casa fu acquistata dal Regio Demanio, confermando così l’interesse dei Savoia per questa villa. Passò poi sotto altri proprietari fino al 1963 quando fu ceduta al comune di Torino, che nel 1971 avviò i lavori di restauro, ma che vennero interrotti improvvisamente e mai più ripresi.
Villa Capriglio ha avuto l’onore di ospitare le avventure di re e nobili dame, feste, fatte di sfarzi e danze, storie della corte sabauda e i segreti incontri, ma alcuni di quei segreti ebbero risvolti macabri che ancora oggi avvolgono l’edificio in un’atmosfera di paura: si raccontano molte vicende sulla villa e i suoi antichi abitanti e molte finiscono nel peggiore dei modi, con dame uccise o svanita nel nulla, riti orgiastici e satanici, sacrifici umani e scelleratezze di ogni genere.
Si dice che i lavori di restauro vennero interrotti quando gli operai iniziarono a lavorare alle fondamenta e trovarono dei cunicoli sotterranei che conducevano ad una grande camera ottagonale: i sotterranei vennero costruiti agli inizi del 1800 da un architetto praticante sette sataniche che convinse i proprietari ad unirsi al suo culto nei bassifondi della villa e a partecipare attivamente a riti di magia nera e messe sataniche.
I nobili nei bassifondi di Villa Capriglio si divertivano con giovani fanciulle, spesso prelevate dalle campagne circostanti e che venivano eliminate per non screditate il buon nome delle famiglie aristocratiche del tempo. Probabilmente venivano torturate, costrette a giochi macabri e perversi, ma alla fine la reputazione nobiliare veniva sempre in qualche modo protetta, tant’è che quello che vi sto scrivendo viene preso come un leggenda, come dicerie locali di contadino o invidiosi.
Pare che nella notti invernali di plenilunio quando cala la nebbia (piuttosto comune nella zona), la casa scompaia nel nulla per ricomparire solo al mattino. Certo, chi crederebbe ad una cosa del genere? Molti di quelli che sono cresciuti da quelle parti e sono anche soliti affermare di luci all’interno dell’edificio di notte, di suoni di musica di pianoforte, di risate agghiaccianti e di figure evanescenti che si muovono nel selciato che spariscono se si punta solo contro una fonte luminosa.
Gli abitanti del luogo preferiscono mantenersi alla larga Villa Capriglio e sono restii dal parlarne, quasi come se nelle loro menti cercassero di convincersi che quella villa non esista.
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