Continua da Parlando di Grimori Parte 1
ALBANUM MALEFICARUM
L’Albanum Maleficarum è un antico libro di magia rituale o cerimoniale, che insegna a praticare un tipo di stregoneria chiamato cápricas arti . Un insieme di pratiche andaluse estinte che fiorirono nelle aree di Jerez de la Frontera e Sanlúcar de Barrameda durante il periodo Al-Andalus . Successivamente, i popoli zingari promossero l’apparizione di credenze superstiziose a Vienna ( Austria ), basate sulle Arti Capric e battezzate come “sacrocaprismo”.Secondo il libro, Capricúo (in latino , Capricuum) era un mago vissuto molti secoli fa, nella parte meridionale della Hispania , che ricevuto la saggezza suprema per intercessione divina riusci’ secondo la leggenda a scoprire l’arte della magia e dominare la occulta scienza nascosta . Scrisse ampi trattati su stregoneria , scienza , alchimia ed evocazione, in un linguaggio segreto coniato da lui stesso. Secondo il grimorio, Capricúo si trasformo’ accidentalmente in una capra . Tutti questi eventi si verificarono secondo gli studiosi, prima della venuta di Cristo , apparentemente durante la Dominazione romana .
IL LIBRO DI ABRAMELIN
HEPTAMERON
Trattato dei nomi delle ore e degli angeli che le regolano, secondo il corso del cielo, di modo che quello spirito che presiede quel giorno e quella data possa essere evocato con l’ausilio dei suoi propri sigilli e delle sue formule per propiziare l’intendimento magico che stiamo perseguendo. L'HEPTAMERON è un manuale conciso di magia rituale publicato come appendice all'opera di Agrippa il DE OCCULTA FILOSOFIA. L'edizione redatta in latino risale al 1600 circa attribuita al famoso medico Pietro d'Abano (1250-1316). Heptameron vuol dire "sette giorni" ed in pratica è un dettagliato compendium di riti, evocazioni e scongiuri rivolti agli angeli legati ad ogni singolo giorno della settimana e quindi ai relativi pianeti chiamati TRONI, sui quali essi sono assisi.E' forse una delle fonti principali da cui fu attinto per la stesura del LEMEGETON.
Ancora oggi, per la preziosità dei contenuti di questo trattato, le sue formule sono ampiemente usate nella pratica magica moderna.
RAUOSKINNA
Il Rauðskinna è considerato nel campo della letteratura esoterica come uno dei più leggendari e terrificanti trattati di magia nera mai scritti: un Grimorio di evocazione Demoniaca talmente oscuro che si fatica a credere che sia stato redatto da un vescovo cristiano. L’obiettivo di questo manuale era di usare la magia per ottenere il controllo di Satana stesso. Conosciuto anche come The Book of Power, Rauðskinna (“Red Skin” in islandese) prese il nome dalla copertina rossa scritta con rune in lettere d’oro. Il suo autore, Gottskalk Nikulausson, era come ho accennato un Vescovo Cristiano, il quale sembra però volesse ottenere molto di più nella vita, rispetto al semplice servire la sua religione.
SEFER RAZIEL HAMALAKH
Sefer Raziel HaMalakh, (ספר רזיאל המלאך “Libro di Raziel l’Angelo“), è un grimorio medievale di Cabala pratica, inizialmente scritto in ebraico e aramaico, ma che sopravvive anche in traduzione latina col titolo Liber Razielis Archangeli, in un manoscritto del XIII secolo [probabilmente] prodotto durante il regno di Alfonso X di Castiglia. Il libro non può essere dimostrato che sia anteriore al XIII secolo, ma potrebbe in alcune parti risalire alla tarda antichità. Come altri testi oscuri antichi, vedi Bahir e Sefer Yetzirah, l’opera è ancora esistente in un numero di versioni. La tradizione del libro lo attribuisce come rivelato ad Adam dall’angelo Raziel. Il titolo stesso è menzionato in un’altra opera magica della tarda antichità, La Spada di Mosè. Gli storici critici lo considerano un testo medievale, molto probabilmente prodotto dai pietisti Chassidei Ashkenaz, poiché le relative citazioni cominciano ad apparire solo nel XIII secolo. Alcune sue sezioni sono senza dubbio più antiche. Il probabile compilatore della versione medievale è Eleazar di Worms, come anche il Sefer Galei Razia, che si sviluppò in quello che abbiamo correntemente col titolo di Sefer Raziel HaMalakh, e altre opere scritte da persone di diverse opinioni teologiche. Essa si basa notevolmente su Sefer Yetzirah e Sepher Ha-Razim. Ci sono più versioni manoscritte, che contengono fino a sette trattati. La versione stampata del Sefer Raziel è suddivisa in cinque libri, alcuni dei quali in forma di un Midrash mistico della Creazione. È dotato di un’elaborata angelologia, usi magici di zodiaco, ghematria, nomi di Dio, incantesimi di protezione e un metodo per scrivere amuleti magici di guarigione. Il sesto libro del Liber Razielis si basa sul Sefer ha-Razim (“Libro dei Segreti”), con varie aggiunte tra cui la “Preghiera di Adamo” di Sefer Adam. Il libro divenne famoso in ambito di magia rinascimentale tedesca, citato dal medico Johannes Hartlieb (1410–1468) insieme a Picatrix come tra le opere più abominevoli di negromanzia.
IL LIBRO DEL COMANDO
Vi è un testo molto famoso, il De cerimoniis magicis, di cui una copia si conserva anche alla Biblioteca Nazionale di Roma. Il contenuto di questo testo, che nelle traduzioni italiane viene tramandato come Libro del comando, consiste in un'iniziazione alla magia cerimoniale e all'evocazione degli spiriti. Esso viene attribuito a Enrico Cornelio Agrippa di Nettesheim, allievo di Johannes Trithemius e uno degli ultimi alchimisti di tradizione medievale, ma l'attribuzione del testo ad Agrippa è considerata spuria dagli studiosi. Il testo vorrebbe infatti essere il quarto episodio di un'opera concepita in tre libri, il De occulta philosophia libri tres. Il quarto volume sarebbe stato tenuto segreto dall'autore per riservarne l'accesso ai soli iniziati, nel timore che, con la sua divulgazione, potesse essere mal utilizzato o ridicolizzato. La prima comparsa di questo testo si ebbe a Marburgo, nel 1559, nella già citata edizione, ma tre anni dopo, Johann Wier, allievo di Agrippa e molto vicino al maestro, denunciò subito quel testo come un apocrifo, un giudizio confermato dalle analisi di questo libro che, per stile e contenuto è ben lontano dalla qualità letteraria degli altri tre. Il libro è stato spesso pubblicato insieme ai Magica elementa, un testo di magia bianca scritto da Pietro d'Abano. Per questo è frequente che i due testi vengano associati nelle menzioni di XVI e XVII secolo.Nonostante l'opinione comune degli studiosi circa la sua non genuinità, il testo ha conosciuto diverse edizioni italiane, anche recenti, che continuano ad attribuirlo ad Agrippa.
DE VERMIS MYSTERIIS
L’eretico
Ludwig Prinn scrisse questo abominevole libro in prigione, sotto
l’influsso di evocazioni demoniache, poco prima della sua esecuzione:
era stato condannato infatti a salire sul rogo colpevole di
stregoneria. La terribile fama del De Vermis Mysteriis si diffuse
rapidamente in tutto il mondo, subito dopo la morte del suo scellerato
autore. Di questo libro, un grande volume in caratteri gotici, ne esiste
solo un’altra copia in versione latina, conservata nella Miskatonic
University di Arkham.
PICATRIX
IL MAGUSIl Magus di Francis Barrett è anche conosciuto come Il Celeste Investigatore oppure Sistema Completo di Filosofia Occulta, si tratta di un grosso volume illustrato apparso ed a differenza di tutti gli altri Grimori si presenta come una specie di Enciclopedia delle Scienze Occulte, senza trascurare alcun riferimento o dottrina.
Tutto questo è dovuto anche al fatto che il suo autore fu uno dei primi studiosi delle discipline occulte, studio svolto con l’intento di raccogliere e riunire tutto ciò che era stato scritto in precedenza cercando di dare una voce unica a tutta la materia; il libro si divide in due parti, nella prima si affrontano le materie della Magia Naturale, dell’Alchimia e della Magia Talismanica, nella seconda parte si parla di Magnetismo, Magia Cabalistica, Magia Cerimoniale, Teurgia ed evocazione di Spiriti Angelici.
Una delle cose importanti del Magus è che l’autore non si limita soltanto a spiegare i Rituali e tutti i vari passi di ogni disciplina ma ne rivela anche le conseguenze, spiegando quindi sostanzialmente cosa accade dopo l’apparizione di uno Spirito o durante la conversazione con una Entità, tutti argomenti praticamente assenti nei testi antichi.
I LIBRI DI THOT
Considerato l’inventore della scrittura e il custode dei segreti dei
movimenti del cielo, secondo l’antica tradizione Egizia a Thot venivano
attribuiti vari appellativi tra cui il più famoso è “Thot, Tre Volte
Grande”, da cui deriva il nome in greco del dio stesso, Ermete
Trismegisto.
Figlio di Ra, di cui era anche consigliere, era il dio della Luna, della
sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo e della
matematica e geometria. Gli Egizi, che lo raffiguravano con la testa di
Ibis, il cui becco somiglia a una Luna crescente, gli attribuivano anche
l’invenzione del calendario di 365 giorni. Il mistero che lo circonda è dovuto, soprattutto, ai libri che avrebbe scritto e nascosto. Ma quale potrebbe essere il nascondiglio di questi libri? E che cosa vi
sarebbe scritto? Secondo i “Testi delle Piramidi”, il dio Thot avrebbe
trascritto i misteri dei cieli in alcuni libri sacri, che poi avrebbe
nascosto sulla Terra perché solo i più degni, tra le generazioni future,
li trovassero.
Secondo alcune teorie sarebbero nascosti in una camera segreta situata
al di sotto della Sfinge, ma le ricerche effettuate con le più moderne
tecnologie, sia sotto che nell’area circostante il monumento, non hanno
ancora rivelato la presenza di cripte sotterranee. Secondo altre teorie,
invece, li avremmo sempre avuti davanti agli occhi. Si tratterebbe
dell’intero complesso delle Piramidi di Giza e della Sfinge che, se
esaminato nell’insieme, sarebbe una copia “terrena” di una situazione
astronomica ben precisa calcolabile grazie alla precessione degli
equinozi. Ne parleremo meglio nei prossimi articoli.
Parlando di Grimori Parte 1
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