Pitagora e la Scuola Pitagorica



PITAGORA E LA SCUOLA PITAGORICA

PITAGORA nasce a Samo nel 570 a.C., isola del Mar Egeo,dove viene a conoscenza della filosofia della SCUOLA DI MILETO. Fugge da Samo a seguito di una rivolta. Compie numerosi viaggi in oriente e quindi si stabilisce a Crotone in Italia meridionale, nella Magna Grecia, dove nel 530 a.C. fonda la sua scuola. Muore a Metaponto intorno al 490 avanti Cristo. È difficile distinguere le dottrine di Pitagora da quelle dei suoi discepoli poiché i suoi insegnamenti erano segreti. Si preferisce perciò parlare, in generale, di Scuola pitagorica. Tale scuola era costituitacome comunità mistica e ascetica, riservata solo agli iniziati, similmente alla Scuola orfica. Tuttavia, mentre per l'orfismo la purificazione avviene attraverso l'ascesi mistica, mediante riti iniziatici e misterici; per il pitagorismo invece la purificazione è frutto del sapere e si consegue attraverso lo studio della matematica, della musica e dell'astronomia. Oltre che filosofo, Pitagora fu anche politico e grande matematico. Fu venerato dai seguaci quasi come un dio e la sua parola aveva quasi valore di oracolo. I FILOSOFI DI MILETO avevano cercato il principio della natura e delle cose in una sostanza particolare, in un elemento naturale. Con Pitagora la ricerca filosofica si affina notevolmente. Infatti i pitagorici, più che rivolgersi a sostanze materiali, come l'acqua, l'aria, il fuoco, per cercarvi la radice da cui tutte le cose provengono e di cui tutte sono fatte, si rivolgono piuttosto alla forma delle cose ed indicano nel "numero" il principio primo della realtà. 

A prima vista questa teoria può stupire. In realtà deriva dall’osservazione che in tutte le cose esiste una regolarità matematica, ossia numerica. 

Infatti il numero esprime:

  • 1 - il rapporto di proporzione esistente fra le cose;
  • 2 - l'elemento comune di tutte le cose, poiché tutte sono misurabili.

Dire che dai numeri derivano tutte le cose significa dire che tutte le cose e tutte le relazioni fra di esse sono esprimibili attraverso determinazioni numeriche, attraverso numeri. Il numero assume pertanto la funzione di principio primo, di arché. È il numero che rende intelligibile (comprensibile)la realtà delle cose in quanto ne rivela la struttura quantitativa e geometrica

Definire il numero come principio significa ritenere che la natura dell'universo è, appunto, ordinabile e misurabile attraverso il numero. Per noi il numero è una astrazione mentale, un concetto; per i presocratici invece il numero è una cosa reale, concreta. È una grandezza spaziale avente forma ed estensione, è un punto geometrico solido. I numeri erano infatti rappresentati come successione ordinata di punti solidi, similmente al pallottoliere. Si pensi all'uso arcaico di utilizzare dei sassolini per indicare il numero, da cui è derivata l'espressione "fare i calcoli", nonché il termine "calcolare", dal latino "calcolus" che pure vuol dire "sassolino". Così, il punto rappresentava l'unità, il due raffigurava la linea, il tre il triangolo, il quattro il tetraedro e così via.Se la sostanza della realtà è il numero, le opposizioni tra le cose equivalgono allora ad opposizioni tra i numeri.  

Il numero si divide in pari e dispari e quindi anche la realtà si divide in due parti, l'una corrispondente al pari e l'altra al dispari. I numeri pari, essendo illimitati, cioè divisibili per due all'infinito, senza limite, sono imperfetti perché incompiuti (per gli antichi Greci l’infinito illimitato è imperfetto in quanto indefinito, indeterminato). I numeri dispari invece, essendo limitati, cioè delimitati da un resto quando vengono divisi in due parti, sono perfetti. L'uno è "parimpari", in quanto se sommato ad un numero pari lo fa diventare dispari e se sommato ad un numero dispari lo fa diventare pari.  

Il dieci è considerato il numero perfetto, formato dai primi quattro numeri (1+2+3+4) e raffigurato come un triangolo perfetto avente il numero quattro per ogni lato: racchiude infatti sia i quattro numeri pari (2,4,6,8) sia i quattro numeri dispari 3,5,7,9). Da ciò è nata la teorizzazione del "sistema decimale" e la tavola pitagorica. Lo zero era invece sconosciuto alla matematica antica. 

I numeri pari e i numeri dispari sono i contrari da cui scaturisce l'armonia del cosmo: i numeri pari rappresentano tutte le determinazioni negative (i casi negativi), poiché imperfetti e i numeri dispari quelle positive, poiché perfetti.Così come i numeri si dividono tra i illimitati e limitati, anche la realtà è raffigurata come contrapposizione fra illimitato e limitato. 

L'illimitato è il vuoto che circonda il tutto ed il mondo, il quale nasce mediante una sorta di "inspirazione", di parziale riempimento di questo vuoto da parte di "Uno", il primo numero. 

L'universo non viene più concepito come caos e disordine, ma come sistema ordinato. Se il numero è ordine (accordo di elementi illimitati e limitati) e se tutto è determinato dal numero, tutto è ordine. E poiché in greco ordine si dice "cosmos", i pitagorici chiamano l'universo "cosmo" ossia "ordine". 

Con i pitagorici l'uomo ha imparato a vedere il mondo non più dominato da oscure potenze, ma come razionalità e verità, come ordine perfettamente concepibile dalla ragione.La scienza pitagorica era coltivata come mezzo per raggiungere un ulteriore fine, consistente nella pratica di un tipo di vita virtuosa atta a purificare e liberare l'anima dal corpo. Pitagora sembra essere stato il primo dei filosofi a sostenere la dottrina della metempsicosi, tuttavia modificata rispetto all'orfismo: mezzo di purificazione non sono più le pratiche religiose e i misteri, ma la pratica della scienza. I pitagorici hanno introdotto il concetto del retto agire umano inteso come un farsi "seguace di Dio", come un vivere in comune con la divinità. Sono stati in tal modo gli iniziatoridella vita contemplativa, spesa nella ricerca della verità e del bene tramite la conoscenza, che è la più alta purificazione.

Leggi anche Metafisica dei numeri parte 1 - Introduzione alla Matematica Sacra

Leggi Metafisica dei numeri parte 2 - La Scuola Pitagorica

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