Magia e stregoneria attraverso i secoli - Parte 1


Inizio questo percorso di spiegazione, soprattutto per me stessa ma anche per chi, al giorno d'oggi, si chiede ancora: esiste la magia? Le streghe esistono? Sono cattive? .....Troppo spesso si cade in errore su determinati argomenti, per via della storia e delle sue complicanze. Troppo spesso si regala attenzione e consenso a diciture e dogmi imposti senza sapere adeguatamente come sono andate le cose. 

Alkemill / LilithEye

Riflessioni su Magia e Stregoneria nei Secoli

Introduzione

Queste riflessioni su magia e stregoneria cercheranno di considerare, nelle varie epoche, le caratteristiche e gli sviluppi della magia e stregoneria, fenomeno socio culturale, antropologico e religioso,di particolare interesse. Si esamineranno, su questo argomento, la magia nelle medicine  primitive, i miti greci, le leggi romane sulla magia, la lotta all‟eresia, l'identificazione dell‟eresia con la stregoneria, la sua repressione in epoca medioevale e rinascimentale, l'elencazione di alcuni personaggi rappresentativi nella materia trattata, la sua eclissi durante l'età dei lumi, ed infine come, nel nostro secolo, sotto varie forme, la magia e stregoneria riemergano per grandi e bambini  come  un  recondito  e necessario desiderio dell‟animo umano nella precarietà e contingenza della vita.

Per maggiore chiarezza si riporta la definizione di magia e stregoneria (vocabolario Treccani).

Magia : in generale pratica e forma di sapere esoterico ed iniziatico che si presenta come capace  di  controllare  le  forze  della  natura: è  stata  oggetto  in  varie  culture  e  nei diversi  periodi storici,di  valutazioni  opposte, ora  considerata  forma  di  conoscenza superiore, ora  rifiutata  come  impostura  e  condannata  dalle  autorità  civili e religiose. Nel pensiero  greco  antico,  il  termine  indicava  sia  la teologia  dei  sacerdoti  persiani(v.magi), sia il  complesso  di  teorie  e  pratiche collegate  a  realtà  diverse  da  quelle oggetto  della scienza  filosofico-razionale. Nel  mondo  ellenistico e tardo antico,  la  magia,soprattutto  in alcuni ambienti filosofici e religiosi, si viene definendo come forma superiore  di conoscenza, cui corrisponde una concezione del mondo retto da forze spirituali intermedia fra l‟uomo e la divinità suprema, con le quali si entra in contatto per il tramite di riti e pratiche mistiche   e  religiose. Nel Medioevo e nel Rinascimento, soprattutto per suggestione  della  tradizione  neo-platonica,la  magia torna a proporsi come forma di conoscenza, collegata con l‟astrologia,che permette un  rapporto privilegiato con le forze che reggono la natura secondo una concezione vitalistica  e  dinamica, rappresentando quindi una esperienza cruciale della cultura europea fino al secolo  diciassettesimo, soprattutto in quanto apre nuovi spazi a esperimenti e tecniche di manipolazione dei fenomeni, grazie anche ai legami con l‟alchimia; spesso ritenuta capace di evocare e di usare forze demoniache infernali (detta quindi Magia Nera o Negromanzia), e come tale proibita, condannata  e  perseguitata. La  magia  ha  cercato di definirsi come scienza  che conosce ed usa forze naturali(MagiaBianca). In tempi moderni con l‟avvento di un‟ideale scientifico razionalistico,  matematico e sperimentale, il termine assume più spesso il significato deteriore d‟insieme di pratiche  prive di fondamento e quindi arbitrarie quando non fraudolente. In antropologia  rappresenta  il  complesso di credenze nella  possibilità di dominare forze naturali o soprannaturali per scopi ritenuti  utili o anche per recare danno con riti o manipolazioni (donde  il  termine  fatture) da parte di un mago  o fattucchiere, il quale sarebbe in grado di produrre o impedire un particolare evento. La  magia  viene distinta  dalle  stregoneria  la  quale  si  manifesterebbe  come  forza malefica emanata direttamente dal corpo dello stregone, cosicché mentre il  mago o fattucchiere risulta generalmente  una  figura socialmente positiva ed accettata, la figura dello stregone è riprovata e perseguitata.  

La  stregoneria invece è il complesso delle pratiche occulte esercitate da streghe e stregoni in  dichiarata opposizione ai valori e alle prescrizioni religiose, il cui effetto era ritenuto malefico per i singoli individui o per la collettività. 

In ogni civiltà è viva e presente la figura del Mago (Magus) sia esso un mago o uno sciamano in grado di compiere esperienze soprannaturali e di curare. Nel  mondo attuale è automatico considerare  la  magia, la religione e la medicina completamente distinte fra loro, mentre nella realtà antica si sovrapponevano. 

Il Medico Mago

A questo proposito è utile considerare la medicina primitiva che si basa sul tripode religione  magia  ed  empirismo. Nella medicina delle antiche civiltà Adalberto Azzini,ordinario di storia della medicina alla Sapienza di Roma, nel 1948 ha illustrato la medicina nelle varie civiltà dall'ebraica, alla assiro-babilonese, alla egiziana a quella romana, facendo eccezione perl‟indiana e cinese che, tuttora,mantengono una antica individualità e organizzazione diversa dal mondo occidentale. Quasi tutte le civiltà riportano il concetto assolutamente teurgico della medicina, che lentamente è passato ad  un principio empirico, riconoscendo anche nelle piante i medicamenti, che furono creati dall'Altissimo, come mezzo per curare e guarire le malattie. La Medicina egiziana ha unito il concetto teurgico a  quello di un illuminato empirismo, legando magia, culto e numerosi medicamenti. Nella Medicina  indiana i testi sono offerti dai libri sacri (Veda) che dedicano nella Ayurveda gli specifici mezzi per curare. La Medicina cinese si basa sul principio dell‟armonia nella produzione della malattia e salute.  La  malattia è la sproporzione tra le due essenze fondamentali Yang e Yin, maschile e femminile, la  salute nella proporzione degli stessi. La farmacologia cinese è ricchissima, in particolare l'opera principale è il Pen-Tsac-Kang-Mu (XVI sec.) di 52 volumi con più di 2000 medicamenti tuttora usati nella terapia occidentale. Nella Medicina pre-ellenica le notizie si  raccolgono dai poemi Omerici: L‟Iliade si può considerare informatrice della chirurgia bellicada parte di Podalirio e Macone,figli di Asclepio, re della Tessaglia, al pari di Achille che aveva appreso l'arte di guarire dal saggio centauro Chirone. L'Odissea ci ragguaglia su altri aspetti diretti o indiretti dell‟arte medica, in cui l‟elemento magico esoterico e teurgico è molto più abbondante e ricco. Il misterioso nepente di Elena,filtro egizio che toglie il dolore del ricordo. La maga Circe che muta gli uomini in animali, gli incantesimi per far cessare le emorragie in una atmosfera di magia. Il medico viene tenuto in gran conto e grande onore perché “il medico è un uomo che vale molte vite”. Dal breve sguardo delle antiche civiltà si può riconoscere che la medicina ha preso origine dalla civiltà greco-mediterranea arte che è proseguita sino ai giorni nostri. 

La Medicina nella mitologia greca

In Grecia la medicina all' inizio è sacrale: la divinità più antica è Apollo, il  dio della medicina, della  peste quando cessa di scagliare i suoi  dardi pestiferi, considerando sempre che la divinità  patogena  è  quella stessa che è guaritrice, in quanto nel suo dualismo solo essa può togliere il male che ha dato. Asclepio,principe della Tessaglia, noto per l'arte di saper medicare le ferite e curare con le sue figlie Gea (salute) e Panacea (colei  che  cura  tutti  i  mali) e i suoi figli medici Podalirio e Macone che diverranno i sacerdoti del culto medico. Questo culto diffusosi in tutta la Grecia divenne mito, ritenendo Asclepio (Esculapio) figlio  di  Apollo e Coronide che prese solo la parte buona e guaritrice paterna.  Dalla famiglia  degli  Asclepiadi nacque Ippocrate di Kos (460-377a.C.) capostipite della medicina occidentale che nel suo Corpus Hippocraticum ci spiega gli elementi della salute e malattia, fondamento dell‟insegnamento della futura medicina. Nel IV secolo a.C. degli Asclepiei sorsero numerosi templi come quello di Epidauro(380-375), con statua di oro e argento di Asclepio,quello di Pergamo, quello di Coo(375-351)dove  si  conservavano  tavolette votive, nelle  quali  si  narravano  le  malattie  con  le relative  guarigioni  ricevute come ex  voto.  Furono  questa  specie  di  archivi  le  prime collezioni  di  casi  clinici, origine  dei  primi  libri  medici come le  celebri sentenze  di  Cnido  e Coo. L'Asclepeio tempio, dove  si  raccoglievano i malati, rappresenta  le  attuali  cliniche, dove  al  posto  del  sacerdote, dotato di arti magiche, intermediario del  nume, ora  sono presenti i medici con i loro farmaci nell‟arte di guarire. Successivamente iniziò una nuova strada basata sull‟indagine naturalistica razionale che fu chiamata filosofia della natura.

Accennando  alla  mitologia,consideriamo che  Diana,  sorella  gemella  di  Apollo, assomiglia  alla  dea  Artemide  della  mitologia  greca,  ma  mentre  Diana è  protettrice delle donne e dei parti, in Artemide prevale il carattere protettivo della natura, dei boschi e degli animali. Diana, nella sua manifestazione lunare, è stata oggetto di culto nella stregoneria come  riporta Charles Leland(1824-1903)  giornalista statunitense e studioso del  folklore americano. Nel  1899  pubblicò  Aradia o  il Vangelo  delle  streghe  ripreso  da  una  antica tradizione stregonesca toscana. Aradia o Erodiade è la figlia messianica di Diana venuta sulla terra per insegnare ai poveri ed oppressi una religione come mezzo di reazione sociale. Vi  sono  due  divinità  lunari:  Selene  che  rappresenta  la  luna  piena  in  relazione  a svariati riti di amore, ed Ecate che è la luna nella fase in cui è invisibile e guida nel regno dei  morti. Quest‟ultima  triplice  dea,  allusione  alle  fasi  lunari, è  associata  a  Diana  che domina sul cielo, sulla terra e sugli inferi. Per il suo legame con l‟oltretomba fu associata alla negromanzia la divinazione per mezzo dei morti. Sempre  nella  mitologia  greca  ricordiamo Melampo complessa figura di sacerdote, indovino, mago e medico che introdusse il culto dionisiaco e i suoi relativi misteri. Guaritore delle figlie del re Preto,affette da alienazione mentale e alterazioni cutanee(forse affette da  pellagra) ,le  curò conl‟Elleboro, pianta  appartenente alla famiglia delle ranuncolacee, che fiorisce d‟inverno e le sue radici di colore nero, anche  se  tossiche, sono state usate nella terapia della pazzia. Lo stesso Ercole era stato curato per la pazzia da questa pianta. Paracelso lo usò per preparare l‟elisir di lunga vita. Gabriele D‟Annunzio lo cita nella Figlia di Iorio “Vammi in cerca dell‟Elleboro nero, che il senno renda a questa creatura”.

Le Streghe nell’antichità 

Le antiche arti magiche femminili nell‟antica Grecia consistevano nell‟uso di filtri, pozioni di erbe e  consultazione dei morti. Grazie alla conoscenza dei segreti dell‟erbe e del potere delle pietre e dei veleni sapevano curare e lenire i dolori del corpo e dell‟anima o produrre malefici e morte. 

Medea 

Soffermiamoci sul potere  delle erbe o dei malefici. Medea, nella tragedia di Euripide, è principalmente una madre infanticida, la Medea nelle Metamorfosi di Ovidio è soprattutto una potente maga: una  sapiente conoscitrice di erbe, con cui sa preparare efficaci pozioni magiche, è un'abile manipolatrice di ricette prodigiose, che si attivano grazie all'aiuto di divinità infere, invocate con formule vocali nei suoi riti notturni. Maga che usa i suoi sortilegi per amore o vendetta,sicuramente  esperta sia nell‟uccidere che guarire. Fornisce a Giasone un farmaco magico per renderlo invulnerabile nella sua avventura per la conquista del Vello d‟Oro. Ridona la fertilità a Egeo, re di Atene, lancia malefici di  morte alla moglie di Giasone, ringiovanisce Esone padre di Giasone poi mostrando a Pelia, fratellastro di Esone, una magia, ponendo un ariete fatto a pezzi in un pentolone bollente da cui uscì un agnello  vivo. Pelia si  sottopose allo stesso trattamento per ringiovanire causando così al contrario la propria morte. Medea con lo sguardo distrugge Talo uomo di bronzo. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio,  gli argonauti, giunti a Creta, furono atterriti dalla  presenza di un mostro Telos, gigante di bronzo che  scagliava rocce a chi si avvicinava. Medea ammaliò con occhi nemici l'uomo di bronzo e digrignando i denti gli mandò contro bile malefica e orribili immagini del suo furore, evocando le ombre della notte e la stella delle notti, la tremenda Ecate, così distruggendolo con il  suo sguardo. Forse  il  malocchio (sguardo  che  porta male) deriva  da  questo mito i  cui presunti effetti malefici e distruttivi sono  presenti nella stregoneria .Il  malocchio è una influenza maligna che procede dallo sguardo invidioso (invidia) con varie sfumature che possono influenzare la salute o addirittura la morte. 

Circe 

Circe(zia di Medea)nel libro X dell‟Odissea rappresenta gli elementi dellestreghe: pozioni  magiche,  una  bacchetta  con  cui  toccandotrasformagliuomini  in  animali.Circe,figliadel  Sole,apparedominatrice  degli  uomini  e degli animali. Dopo aver fatto bere del vino contenente dei filtri (pharmaka) contenenti il ciceone ai marinai di Ulisse, li tocca con una bacchetta magica trasformandoli in porci. Ma Ermete dona ad Ulisse un antidoto, una pozione misteriosa il “moly” , forse derivata dal bucaneve, bianco  come un fiore con una radice nera, che lo preserva da ogni  maleficio. Così due poteri identici si annullano a vicenda. Infine Circe dona ad Ulisse i segreti per entrare nel  regno dei morti, rito negromantico.

Elena di Troia

Nel libro IV dell‟Odissea di Omero, Elena tornata in patria, dopo la distruzione diTroia, versa del vino a Telemaco, figlio di Ulisse, e ai suoi compagni insieme al nepente (senza dolore-tristezza) che fuga il dolore, l'ira, ed il ricordo dei malanni. Sono state formulate varie ipotesi sull'identificazione del nepente che appartiene al genere di piante carnivore. Come droghe sono state proposte l'elenio (pianta di Elena), la buglossa, la  borragine, lo  zafferano, il  giusquiamo, la cannabis e l‟oppio. Il nepente, farmaco di proprietà ipnotico-sedative è dato da cloridrato di morfina, acido citrico sciolti in vino marsala diluito. 

Stregoneria intesa come pratica magica femminile

Il concetto di stregoneria, inteso come pratica magica specificamente femminile, si è formato lentamente nella cultura europea a partire da tre ambiti culturali: l‟ebraico, il greco e il romano.  

Nel  mondo ebraico le streghe erano condannate non solo per le loro conoscenze magiche, ma soprattutto perché tali conoscenze le ponevano in antagonismo rispetto alla casta sacerdotale composta di soli uomini. Venendo al mondo romano è del 33 a.C. la prima legge romana che condannava la stregoneria e la magia perche non erano sotto il dominio sacerdotale. Infatti  prima di Costantino le leggi contro i crimini di magia avevano colpito anche i cristiani per le riunioni segrete e culto dei loro martiri, accusando lo stesso Cristo di magia per i suoi miracoli. Ma tutto mutò con le leggi dell‟imperatore Costantino (280-337), riaffermate da Teodosio con il suo Codice Teodosiano  (439), in cui gli imperatori romani si fecero difensori rigorosi del cristianesimo divenuto religione di  stato. Si reprimeva ogni residuo di paganesimo e si inaspriva la condanna nei confronti della magia. Essendo ufficiale la religione cristiana, riti pagani con la magia e la stregoneria non solo furono messi  al bando, ma rappresentarono un crimine,che nei secoli successivi fu perseguito sempre di più. Con il crollo dell‟impero romano d'oriente e dopo la nascita dei regni romano-barbarici si sviluppò la lotta all‟eresia. 

Questi sono solo alcuni personaggi accusati di eresia

Simon Mago (Samaria  37d.C.) Dagli Atti degli Apostoli (8-9-10) “in quel tempo vi era un tale di nome Simone, che già  da  tempo  esercitava  nella  città  arti magiche  e  faceva  stupire  la  gente  di  Samaria, spacciandosi  per  qualcosa  di  grande.  Tutti,dal  più  piccolo  al  più  grande,  gli  davano ascolto dicendo: Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata la Grande”.Simone apprese l‟arte della magia ad Alessandria. Cercò di comperare con il denaro dagli apostoli Pietro e Giovanni il potere d'imporre le mani per donare lo Spirito Santo, da qui nasce il peccato di simonia, che  rappresenta  il commercio  dei  beni  spirituali.  Dante lo pone  nella terza bolgia infernale con i simoniaci che sono  conficcati in buche scavate nella pietra a testa e busto dentro la roccia, gambe e piedi fuori, bruciati dalle fiamme. Simon Mago visse a Roma durante i regni di Claudio e Nerone. Fu sfidato da Pietro e Paolo di Tarso per la sua falsa magia, e si narra che morì o perché si fece seppellire per risorgere dopo  tre giorni, o perché in una dimostrazione di levitazione al foro romano davanti a Nerone, grazie alle  preghiere di Pietro e Paolo di Tarso,  precipitò da grande altezza e morì. Si narra che dove cadde fu edificata la chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Nella basilica di Santa Francesca Romana vi sono le impronte dell‟apostolo Pietro quando s'inginocchiò per invocare l'intervento divino per sconfiggere  il  sedicente mago. Altra leggenda vuole che Simon Mago morì ad Ariccia e le sue spoglie si trovino oggi presso Villa  Chigi.  Inoltre, ad Ariccia è stata collocata una lapide, apposta dai nobili Savelli, in memoria dell'evento. Simon Mago è considerato dagli eresiologi cristiani il primo degli eretici e proto-gnostici samaritani.

Ipazia 

Ipazia(eminenza) visse ad Alessandria nel V secolo.  Apparteneva all‟aristocrazia intellettuale delle scuole Platoniche che includevano la scienza dei numeri e lo studio degli astri con risvolti esoterici. L'astronomia era uno dei segreti dell‟esoterismo pagano, in cui vi era l'identificazione degli dei dell'Olimpo politeista con i corpi celesti e le costellazioni. Il potere femminile di Ipazia nella scienza e  nell‟insegnamento ne provocò la morte, Aggredita, denudata, dilaniata, il suo corpo smembrato fu bruciato sul rogo. È stato, da alcuni, considerato il primo esempio di caccia alle streghe dell'inquisizione cristiana voluta ad Alessandria dal vescovo Cirillo. Su Ipazia sono fiorite molte  leggende, si  sono sbizzarriti molti  poeti,l a  sua immagine ci appare dipinta da Raffaello Sanzio (1509-1511) nella Scuola di Atene, all‟interno dei Palazzi Apostolici nella stanza della  Segnatura, unica figura femminile del quadro, che rappresenta il concetto greco di kalokagathia, cioé eccellenza  umana, che coniuga bellezza e bontà con uno sguardo di pace. Secondo alcuni critici l'immagine potrebbeessere quella di Francesco Maria della Rovere nipote  di  Giulio  II° committente dell‟opera.
 

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