Calendario Wicca - Festività : 1 Maggio - Festa di Fauna / Festa di Boa Dea



Il 1 Maggio si celebra la festa della "Bona Dea" conosciuta anche come Dea Fauna, moglie di Fauno.
La caratterizzazione di questo modello mitico si basa su quello della dea Flora che si celebra il 28 Aprile.

Il l° maggio era dedicato anche alla Dea vergine Fauna, divinità delle selve, chiamata più spesso Bona Dea e si festeggiava l'anniversario della dedicatio del tempio di Bona Dea sul colle Aventinus. Un serpente era presso la sua statua, e nel suo tempio venivano nutriti rettili domestici, i saettoni, tanto comuni nelle case romane dell' epoca quanto i gatti nelle nostre. Fauna era vergine ma non casta, anche perchè il termine "Virgo" per i Romani significava senza marito, cioè senza podestà maritale su di lei, mentre la vergine in senso fisico si diceva "Virgo intacta". Fauna è un termine collettivo utilizzato per indicare l'insieme delle specie animali che risiedono in un territorio o in un ambiente, e il nome deriva dalla Dea romana Fauna. Il termine corrispondente usato in botanica per le piante è la flora, anch'esso derivante dalla Dea Flora. Da questo si può capire quanto in epoca protostorica queste divinità furono importanti, come aspetti estremamente vitali della natura. Sembra che la parola fata derivi dalla Dea Fauna, detta anche Bona Dea Fauna, e pure Dea Fatua. Era poì la corrispondente della nordica Dea Freya. Nei miti latini le fatue erano divinità campestri sovrapponibili alle ninfe e ai satiri, un po' come i fauni e i silvani, divinità legate al culto della fecondità, della sessualità e dell'erotismo. La parola fata deriva anch'essa dalla parola “Fato”, il destino, svelato a volte dalle Dee oracolari. Le Dee antiche erano in genere triplici e oracolari, in qualità di datrici di vita, di nutrimento e di morte, come la Natura. Il che spiega il lato infero della Dea.

La Bona Dea


Sotto l'appellativo Bona Dea, che ha un significato generale di Grande Madre, si venerava un'antica divinità laziale, il cui nome non poteva essere pronunciato. La vera identità della dea traspare attraverso i vari miti che circondano la sua storia, così come ci vengono tramandati dagli autori antichi, oppure attraverso la tipologia del culto che veniva celebrato. La Bona Dea non trova una chiara caratterizzazione nemmeno esaminando le fonti antiche; in linea generale la versione più accreditata del mito la vuole moglie o figlia di Fauno, secondo la versione riportata da Lattanzio la dea è la moglie di Fauno, una moglie molto abile in tutte le arti domestiche e molto pudica, al punto di non uscire dalla propria camera e di non vedere altro uomo che suo marito. Un giorno però trovò una brocca di vino, la bevve e si ubriacò. Suo marito la castigò a tal punto con verghe di mirto che ne morì. Questo spiega l'esclusione del mirto dal suo tempio. Ella viene collocata quindi in quella che è la storia antica del Latium da cui proviene la genealogia degli eroi e dei principi, su cui si fonderà, in seguito, gran parte della propaganda imperiale romana, in particolare quella Giulio Claudia. Un'altra maniera per conoscere la dea è riscontrabile nella tipologia del culto a lei dedicato. La descrizione del culto ci mostra una divinità che opera pro populo, quindi, per la salute di tutta Roma. Quali rappresentanti al femminile dello stato, le donne dell’aristocrazia sono preposte alla celebrazione del culto, un culto che veniva svolto strettamente in privato escludendo qualunque figura maschile, compresi gli animali. Infatti, quando nel 62 a.C. Publio Clodio si travestì da donna, per partecipare segretamente al culto che si celebrava nella casa di Giulio Cesare, seguì una grave crisi politica, dovuta a questa profanazione.

Il tempio della Bona Dea si trovava sotto l'Aventino e qui in un Bosco sacro le donne e le ragazze celebravano ogni anno i misteri della Bona Dea nei primi di dicembre.

Fauno e Fauna Romani

Il Fauno è una figura della mitologia romana, una divinità della natura, in particolare della campagna e dei boschi. Il suo aspetto è dalle forme umane, ma con i piedi di capra e con le corna sulla fronte. Dapprima fu elemento della natura. Il detto più famoso del Fauno a chi lo interrogava era: "Ogni tipo di saggezza umana è vana". Forse perchè il Fauno era portatrice dell'istinto che coglie direttamente se stesso e il mondo, senza elucubrazioni mentali. Amava suonare il flauto, specie negli assolati meriggi estivi, o puntava le ninfe per accoppiarcisi, e per giunta non era loro in genere sgradito, portatore di istinti sessuali e fertilità. Asssimilato al Satiro della mitologia greca, divinità minore legata al corteo del Dio Dioniso (Bacco per i Romani) fu poi una divinità,  eternamente giovane, a guidare il mondo della natura e soprattutto degli animali.

In pratica, i fauni divennero a Roma i satiri nella religione romana, e invece ci furono due divinità faune. Questi due Dei furono rapresentati in alcune erme come Pan e Despena, tenendo conto che Pan era anche detto il Dio buono e Despena fu detta la Bona Dea. Fauna fu anche legata ad un carattere infero a Roma, con un culto esclusivamente femminile legato ai Sacri Misteri che sembra dessero modo di traversare la morte, o qualcosa che fosse simile, e di tornarne indenni perdendone la paura. A Roma Fauna venne identificata con varie Dee tra cui Bona Dea, Cerere e Cibele. Nel suo tempio era proibito il mirto, perchè secondo la leggenda suo marito l'avrebbe con un ramo di mirto fustigata per essersi lasciata andare al vino. Si usava al suo posto il latte. Ma in realtà ciò che era vietato veniva usato nei sacri misteri. Il vino era il sangue della Madre Terra che poteva essere bevuto solo in condizioni di purezza spirituale, cioè durante i sacri misteri, e il mirto era sacro alle Grandi Madri, in particolare a Venere.

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