Un mito (dal greco mythos) è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente in un certo contesto socio culturale o in un popolo specifico. Di solito tale narrazione riguarda dei ed eroi come protagonisti delle origini del mondo in un contesto soprannaturale.
Spesso le vicende narrate (oralmente) nel mito hanno luogo in un'epoca che precede la storia scritta. Nel dire che il mito è una narrazione sacra s'intende che esso viene considerato verità di fede e che gli viene attribuito un significato religioso o spirituale. Ciò naturalmente non implica né che la narrazione sia vera, né che sia falsa.
Al tempo stesso il mito è la riduzione narrativa di momenti legati alla dimensione del rito, insieme al quale costituisce un momento fondamentale dell'esperienza religiosa volta a soddisfare il bisogno di fornire una spiegazione a fenomeni naturali o a interrogativi sull'esistenza e sul cosmo. Esistono tre tipi diversi di mito: i miti cosmogonici, i miti eziologici e i miti storici.
La disciplina che studia i miti è la mitologia
Il mito nell'antichità
Nell'antichità i rituali legati alle feste agresti pubbliche venivano fissati in opere di pittura o di scultura (spesso sulle pareti di templi o case) oppure su vasi, sigilli, tazze, cofani, scudi, tappezzerie, acquistando nel tempo lo status di miti. ( nell'immagine mito di Europa ) In quanto tradizione che doveva garantire la fertilità della terra o la prosperità dei regni, i miti divennero istituzioni religiose fondamentali. Il loro contenuto era condiviso e ritenuto importante da tutti.In tal modo il mito si differenziava quindi da
- l'episodio storico romanzato (vedi il vello d'oro e la colonizzazione della Colchide)
- la propaganda politica (la storia di Teseo)
- la satira o la parodia
- l'aneddoto umoristico
- l'allegoria (la teogonia di Esiodo)
- la leggenda morale (la storia di Edipo)
- la favola sentimentale (Eco e il suo amore per Narciso)
- il "melodramma"[1], come nella storia di Testore e delle sue figlie.
- la saga eroica (vedi l'Iliade)
- il romanzo realistico (la visita di Telemaco ai capi argivi sopravvissuti alla guerra di Troia).
- favole su terre felici (l'Atlantide di Platone).
Il mito e le definizioni
«Studiato dallo vivo, il mito non è una spiegazione che soddisfi un interesse scientifico, ma la resurrezione in forma di narrazione di una realtà primigenia, che viene raccontata per soddisfare profondi bisogni religiosi, esigenze morali, esso esprime, stimola e codifica la credenza; salvaguarda e rafforza la moralità; garantisce l'efficienza del rito e contiene regole pratiche per la condotta dell'uomo. Il mito è dunque un ingrediente vitale della civiltà umana; non favola inutile, ma forza attiva costruita nel tempo.»
(Bronisław Malinowski)
La parola mito deriva dal greco mythos che significa parola, discorso, racconto, mentre la parola mitologia designa l'insieme dei miti tramandati da un popolo ma anche gli studi scientifici sul mito stesso. Il mito, propriamente parlando, non è altro che la parola, la più ricca fonte di informazioni della storia umana, esso può essere considerato un racconto sacro che svela dei misteri e che dà la risposta a molti interrogativi degli uomini, come sono nati l'universo e l'uomo, come hanno avuto origine gli astri e la terra, le piante e gli animali e spiega come si sono formate le società civili con l'aiuto degli eroi.
Addirittura un filosofo neoplatonico scriveva nel IV secolo:
«Poiché il mondo stesso lo si può chiamare mito, in quanto corpi e cose vi appaiono, mentre le anime e gli spiriti vi si nascondono.»
(Saturnino Secondo Sallustio, Gli Dei e il Mondo)
Il mito è dunque il discorso, la storia che si è narrata sull'esistenza di esseri antropomorfi, spesso immortali ed onnipotenti, che vissero avventure e compirono azioni fantastiche, interessandosi a ciò che avveniva tra i mortali e modificando il mondo con il loro intervento. Creazioni, dunque, nate dal genio primitivo che possiamo intendere come la trasfigurazione poetica di avvenimenti reali del mondo della natura o di quello delle prime società umane.
Il mito come ordinatore della realtà
Di fronte all'uomo primitivo la natura, la vita, la storia e tutto ciò che lo circonda, appare come un turbinio di immagini senza senso e il mito diventa quindi un modo per ordinare e conoscere la propria realtà. Egli non conosce le leggi che governano la natura, le cause della vita e della morte, del bene e del male, non comprende i motivi storici che hanno determinato la condizione del suo popolo e davanti a questo universo di immagini incomposte, che la natura e la vita gli propongono ogni giorno, rischia di perdersi, di cadere preda dell'ansia e della paura e, solo attraverso i miti, egli trova il senso della realtà, costruisce l'ordine di quelle immagini, altrimenti incomprensibili.I miti rivelano l'ordine profondo che regola la vita e la morte, i successi e le sconfitte, l'estate e l'inverno, tutto ciò che è accaduto e che accadrà. Il mito è il bisogno di spiegare la realtà, di superare e risolvere una contraddizione della natura, è spiegazione di un rito, di un atto formale che corrisponde ad esigenze della tribù, è struttura delle credenze di un gruppo, di un etnos.
Il mito come racconto della realtà
Come dice la parola, il mito è soprattutto un racconto dove c'è una storia da presentare, che ha dei lati terribili, ma anche spesso dei risvolti patetici dove ci sono dei personaggi in azione e una trama che si snoda. I miti appartengono alla tradizione orale di un popolo e nell'antichità venivano raccontati presso gruppi umani che non conoscevano la scrittura e solo in seguito raccolti e trascritti.Questo evento si ripete ancora ai giorni nostri quando un bambino ci pone domande la cui risposta supera la sua capacità di comprensione. Oggi, come allora, per comunicare messaggi di estrema necessità ma di difficile comprensione razionale, si usano certi racconti il cui fine ultimo è quello di permettere all'ascoltatore, di giungere al significato profondo della cosa in forma inconscia. In concreto qualsiasi novella, quale ad esempio la storia di Cappuccetto Rosso, racchiude in sé vari concetti. Ascoltando ripetutamente questa fiaba e coinvolgendosi emotivamente, il bambino afferra dapprima il significato esteriore della storia e, con l'andar del tempo, ne capisce anche quelli reconditi che, nel caso in oggetto, è prioritariamente il significato dell'ubbidienza
I miti, come le parabole, e le fiabe hanno dunque il compito di far arrivare l'ascoltatore al mondo dei principi attraverso la parola e il coinvolgimento emotivo. Spetterà poi alla razionalità il chiarimento delle presunte contraddizioni e la disposizione degli avvenimenti nella giusta luce, senza tuttavia disconoscere l'essenza del mito.