Miti simili in popoli diversi
Non esiste cultura, antica o moderna, arcaica o civilizzata, che non possieda i suoi miti. Molti miti si assomigliano, pur appartenendo a popoli vissuti in epoche diverse e in luoghi molto lontani. In alcuni miti dell'America si raccontano storie uguali a quelle di altri miti dell'Asia o dell'Africa o dell'Europa. Cambia
il nome dei personaggi, cambia l'ambiente geografico, cambiano altri
particolari ma l'intreccio e il significato delle storie restano gli
stessi. In certi casi si può supporre che, miti simili tra di
loro, siano nati da un unico racconto, diffuso in luoghi diversi e
lontani da viaggiatori e mercanti. Ma a questa ipotesi si fa
un'obiezione: ci
sono dei popoli che sono vissuti completamente isolati da altri popoli,
eppure hanno prodotto gli stessi miti e questo porta alla conclusione
che essi siano nati in modo autonomo. La somiglianza di miti
tra di loro potrebbe essere spiegata con il fatto che certe intuizioni e
certe esperienze sono così comuni fra gli uomini che essi, pur non
conoscendosi, le esprimono con le stesse immagini e le stesse
invenzioni.Si può anche pensare che certi miti siano nati da un
avvenimento storico e chi si spostava da un paese all'altro, raccontasse
fatti veramente accaduti che venivano poi tramandati, di luogo in
luogo, in forme diverse.Si nota soprattutto che anche se si differenziano profondamente i costumi, le lingue e spesso anche le religioni, la memoria degli uomini ha conservato spesso inalterato il ricordo mitico.
Certo il mito può variare nel corso della storia, diffondendosi in regioni sempre più lontane, alcune sue parti possono essere dimenticate, la fantasia del narratore ne può aggiungere delle altre, può succedere che più miti vadano a fondersi in un unico racconto, ma ciò che importa è che alcune situazioni, alcuni personaggi, rimangono sempre costanti. Inoltre per quanto riguarda le società tradizionali una delle necessità è il mantenimento del mito così com'è e questo porta all'equilibrio omeostatico della parola. Più che di un mito dobbiamo quindi spesso parlare di varianti del mito e la variante è appunto il modo in cui ogni popolo racconta uno stesso mito.
Un esempio di mito presente in molteplici civiltà lo possiamo trovare nel mito del diluvio universale, presente in ben 64 letterature di popoli diversi. Le versioni più importanti sono il racconto narrato nella Bibbia e quello nel poema di Gilgamesh.
Il tempo del mito
Il
tempo del mito è assai vicino a quello della fiaba, come le fiabe
iniziano con il loro "c'era una volta", così molto spesso i miti
iniziano con espressioni come: "in illo tempore", "in origine", "quando
ancora non c'era tempo". L'"illo tempore" del mito non è un
tempo qualsiasi, che si colloca in un qualche momento, seppur lontano,
della durata storica, l'illo tempore è un attimo sacro, che abbraccia le
età più lontane, il mondo presente e il futuro.Per il mondo mitico vi è
solo un tempo, "quel tempo", appunto, quello in cui accadde il mito.Questo è il primo carattere del tempo mitico: esso è eternamente presente.
Tanti sono gli esempi che si possono proporre: il mondo sorse dalle acque, ebbene, ogni volta che qualcosa di nuovo viene al mondo il mito delle acque primordiali si ripete, il passato diventa presente, ciò che accadde accade ancora. Le città si fondano vicino a una sorgente, i bambini appena nati si abbandonano lungo un fiume, una nuova vita si acquista con il battesimo, il mondo ri-nasce dopo il diluvio universale.
Il tempo mitico è dunque anche un tempo ciclico, dove tutto si ripete, dove il futuro ricalcherà le orme del passato.Così, attraverso il mito, l'uomo primitivo acquista fiducia e sicurezza per il futuro e sa come si dovrà comportare in esso, perché lo ha appreso dal passato, da ciò che è stato e sarà ancora.
Il tempo del mito è un tempo sacro, un tempo in cui gli eventi si ripetono secondo l'ordine sacro stabilito in principio dagli dei. Non è un caso se possiamo ancora constatare nella lingua latina una parentela indiretta fra la parola "tempus" e la parola "templum", il luogo sacro dove si celebravano i riti.
Lo spazio del mito
Lo spazio del mito non è omogeneo, non è tutto uguale. Al centro del mondo di solito si trova un luogo sacro, una montagna, un totem. Questo luogo è sacro perché costituisce la via di comunicazione fra l'uomo e dio.Ma anche lo spazio su cui sorgono i templi, è sacro, come sacro è ogni luogo, ogni albero, ogni pietra, ogni acqua, in cui una volta, in "illo tempore", si manifestò la presenza divina. Lo spazio del mito appare, così, profondamente disomogeneo, ineguale.
Alcuni luoghi sacri interrompono lo spazio profano, comune, sono quegli spazi che i miti hanno fondato come diversi, in cui bisogna comportarsi in maniera diversa.Spesso solo i grandi sacerdoti, coloro che sono in contatto con gli dei, possono entrare in quegli spazi, in ogni caso nessuno può entrarvi se macchiato di una colpa.
I Greci e i Romani erano
soliti aspergersi d'acqua, che nel linguaggio del mito vuol dire
purificarsi nel corpo e nell'anima, prima di entrare nei loro templi,
per non portare nel luogo sacro alcun residuo del mondo profano.
Vari tipi di mito
Il mito può essere di quattro categorie diverse:
- eventi della creazione: miti che narrano le origini delle cose e possono essere cosmogonici(sull'origine dell'universo e dei pianeti), teogonici (sull'origine degli dei, I loro amori e le loro imprese), antropogonici (sull'origine dell'uomo e la sua evoluzione) o miti di eroi (sull'origine e le imprese di grandi eroi come Achille o Gilgamesh).
- eventi naturalistici: miti che narrano l'origine e forniscono una spiegazione su un fenomeno naturale o atmosferico comune, come l'alternarsi delle stagioni o la pioggia, o straordinari, come il diluvio o la carestia
- miti eziologici: miti che narrano l'originarsi di istituzioni sociali e politiche, di nomi geografici o di tradizioni, usanze.
- miti storici: miti che narrano episodi realmente accaduti nella storia, anche se rivisitati dell'autore.